LA CUCINA NAPOLETANA

COSA MANGIARE E CHIEDERE AL RISTORANTE

La cucina napoletana ha antichissime radici storiche che risalgono addirittura al periodo greco-romano. la cucina di Napoli ha acquisito gran parte delle tradizioni culinarie dell’intera Campania, raggiungendo un giusto equilibrio tra piatti di terra (pasta, verdure, latticini e mozzarella), piatti di mare (pesce, crostacei, molluschi) e l’immancabile pizza. 

 Primi piatti

La varietà dei primi piatti nella cucina napoletana è molto vasta, e comprende sia piatti molto semplici, come pasta al pomodoro e basilico o il semplicissimo aglio e olio fino a preparazioni elaborate, tra le quali il ragù che può richiedere, nella versione più tradizionale, cinque o sei ore di preparazione. La cucina più povera abbina spesso la pasta con i legumi. Popolarissime sono: pasta e fagioli conditi con le cotichepasta e cecipasta e lenticchie, e pasta e piselli. Ormai è rarissimo l’uso delle cicerchie. La frittata di maccheroni si può preparare anche con avanzi di pasta, sia in bianco che conditi col sugo di pomodoro. Si mescola la pasta cotta al dente con uovo battuto e formaggio. Può essere arricchita con svariati ingredienti. Alcune moderne riedizioni la vogliono farcita con ingriedienti quali prosciutto cotto, mozzarella o provola fresca. La cucina più elaborata si presenta con  timballi,  sartù di riso ripieno di fegatini di pollo, salsicce, polpettine di carne, fiordilatte o provola, piselli, funghi, e condito con ragù, o, nella versione “in bianco” con besciamella. Tra i piatti “ricchi”, ma comunque di uso comune, vi è la pasta condita con diversi sughi, come: La bolognese, così chiamata perché vagamente ispirata al ragù emiliano (trito di carota, sedano e cipolla, carne macinata e pomodoro),  la genovese, che non ha niente a che fare con Genova, è preparata con un sugo di carne a base di abbondante cipolla rosolata ed altri aromi e la siciliana, ispirata alla Sicilia, è preparata con melanzane, mozzarella e pomodoro, la cottura viene ultimata in forno per renderne la superfice croccante. Con il ragù sono tradizionalmente conditi gli ziti, lunghi maccheroni cavi, che vengono spezzati a mano prima della cottura. Il ragù viene anche usato, insieme al fiordilatte, per condire gli gnocchi alla sorrentina, che sono poi tradizionalmente ripassati a forno in un pignatiello, tipico pentolino monoporzione di terracotta.

Primi piatti di pesce

Spaghetti, linguine e paccheri sono abbinati benissimo a frutti di mare e pesce. I più tipici sono gli spaghetti alle vongole o ai frutti di mare (con vongole, cozze, fasolari, taratufi),
paccheri con la zuppa di pesce, con scorfani, cocci, tracine ed altre specie ittiche,  La pasta con i calamari (popolarmente calamarata) cotti con una spruzzata di vino bianco.

 

La pizza

La pizza è forse il prodotto della cucina italiana più celebre nel mondo. La cottura della vera pizza necessita il forno a legna che riesce a raggiungere alte temperature tra i 450 e i 485 °. Per questo motivo, sia la pizza fatta in casa che quella preparata nei locali che utilizzano forni elettrici non riescono a pareggiare l’inconfondibile ed unico sapore della vera pizza napoletana.  Nel centro storico alcune pizzerie vendono ancora la pizza a libretto o a portafoglio, più piccola della pizza che si mangia a tavola, piegata in quattro insieme ad un foglio di carta per alimenti, ed ancora dal costo molto contenuto. Con un impasto simile a quello della pizza ma più leggero si producono anche pastacresciute e scugnizzielli, tipici delle friggitorie. Nelle pizzerie-friggitorie spesso si vendono anche le pizze fritte, ossia calzoni ripieni ma fritti in olio invece che cotti al forno.

Secondi

I secondi di carne non sono troppo vari nella cucina napoletana. Capretto e agnello si gustano cucinati con patate e piselli al forno, specialmente in occasione di Pasqua; il coniglio ha la sua migliore preparazione all’ischitana e il pollo viene rosolato alla cacciatora col pomodoro; le salsicce o le cervellatine sono tradizionalmente soffritte in padella e accompagnate da contorni a base di verdure, specialmente i friarielli, oppure patatine fritte. Le tracchie (spuntature) di maiale sono tipicamente consumate come secondo piatto dopo che sono state cotte al ragù, che è stato usato per condire la pasta. Le tracchie si accompagnano o sono alternative alle braciole, nome napoletano degli involtini, che sono fatte con fettine sottili di vitello avvolte con un ripieno di aglio, prezzemolo, uvetta, pinoli ed altri aromi, e richiuse tradizionalmente con il filo da cucito, e oggi con gli stuzzicadenti. Un modo tipico di cucinare le fettine di carne di vitello è alla pizzaiola, ossia con pomodoro, aglio ed origano.

Tra si secondi di pesce primeggiano i polpi alla lucìana, così detti dal popolare borgo di Santa Lucia nel quale nacquero, cotti con peperoncino piccante e l’immancabile pomodoro. Il polpo si prepara anche semplicemente lesso[41], all’insalata, condito con olio, limone, prezzemolo, ed olive verdi. In una maniera più ricca, viene preparata l’insalata di mare dove oltre al polpo si usano seppie, calamari e gamberi. Il pesce di media taglia viene spesso cucinato all’acqua pazza, ossia con pomodorino e prezzemolo; quelli di taglia più grande anche semplicemente grigliati, accompagnati, nelle occasioni più importanti, da gamberoni e mazzancolle. Le cozze sono preparate in vari modi tra cui semplicemente all’impepata, rapidamente lessate e pepate, e condite con qualche goccia di succo di limone, che ogni commensale spremerà sui singoli mitili. Vongole ed altri frutti di mare sono gustati spesso sauté, saltati in padella con aglio ed olio e con prezzemolo tritato a crudo, spesso serviti su crostini, oppure sono preparati al gratin, gratinati a forno con pangrattato. Anche il pesce più economico, principalmente le alici, viene spesso usato per gustose ricette. Tra queste: Le alici dorate e fritte, spinate e passate in farina ed uovo prima di essere fritte. Le alici marinate, sia in succo di limone che aceto. Le alici arreganate, spinate e cotte rapidamente in tortiera con aglio, olio, origano e condite con succo di limone o aceto. I cicenielli, piccolissimi pesci, sono preparati lessi o fritti in una leggera pastella, così come è d’uso fare con le alghe di mare. La frittura di paranza è di solito fatta con merluzzetti, triglie,fricassuari (piccole sogliolette), ma possono esserci anche altre varietà di pesce di piccolo taglio, come alici o mazzoni. La frittura va mangiata caldissima (frijenno magnanno, si suole dire in napoletano). I piccoli gamberetti di nassa, i più freschi venduti ancora vivi e saltellanti, sono fritti rapidamente, e senza essere prima infarinati, come invece avviene per la paranza.

Dolci

La tradizione culinaria napoletana annovera una grande varietà di dolci.

  • la sfogliatellafrolla o riccia, ideata nel Settecento nel monastero di Santa Rosa situato a Conca dei Marini, nei pressi di Amalfi, il cui ripieno contiene una crema di ricotta, semolino, cannella, vaniglia e cedro e scorzette di arancia candite. Tra le varianti che si trovano oggi vi è la Santa Rosa, più grande e completata da crema ed amarene, la frolla perché fatta appunto con pasta frolla, e le code d’arargosta, ripiene di una pasta bignè e farcite con vari tipi di crema. Da ricordare inoltre la secolare battaglia tra i sostenitori della riccia e della frolla che da tempi ormai immemori si contendono il titolo di autentica sfogliatella.
  • Il babà, variante napoletana di un dolce che ha probabilmente origini polacche.
  • Le zeppole di San Giuseppe, fritte o al forno, sono ciambelle ricoperte di crema e di amarene.
  • La pastiera, del periodo di Pasqua, è un dolce tipicamente realizzato a casa, più che in pasticceria. Tra gli ingredienti vi è il grano, che a Napoli viene venduto già lessato e pronto per l’uso. L’uso di questo ingrediente potrebbe essere legato ai culti della fecondità di epoca greco-romana[4].
  • Gli struffoli natalizi, dolce tipico fatto da molte palline piccole e fritte, condite con miele. Questo dolce ha probabili origini greche, come riportato nell’introduzione storica.
  • La delizia al limone, creazione degli anni settanta, ma entrata di diritto nella tradizione dolciaria campana. A base di limoni della costiera sorrentinae limoncello.
  • La torta caprese, a base di mandorle e cioccolato. Con la delizia al limone ed il babà è tra i dolci preferiti per i pranzi e le cene che celebrano matrimoni ed altri eventi importanti.

Famosi sono anche gelati, tra cui le coviglie e gli spumoni di preparazione più tradizionale.

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